Lodare la ragione è facile, difficile è ragionare bene;
facile è invocare l'esperienza,
difficile è organizzare esperienze significative

Leonardo Da Vinci (1452 1519)

The quality is not in the road
the quality is the road.

Formazione

 


Collegamenti utili didattici

 

 

 

 

Formazione dei formatori
documento generale di didattica

 

Proefffe

 

Didattica della cultura generale

Prodotti
Prove di lavoro

 

Nota bene: nel testo parlo al maschile. Non ho ancora deciso cosa sia meglio fare. Vedete, nella corrispondenza ufficiale curo le formulazioni al femminile e al maschile, ma nei testi di approfondimento trovo che tutto ciò appesantisca e renda difficile la lettura. Che fare? Ben volentieri aspetto suggestioni. E grazie alle lettrici che continueranno comunque la lettura "al maschile".

 

 

Riflessioni d'entrata e approccio metariflessivo

 

 

In questa parte del sito propongo materiali, spunti e strategie didattiche elaborate nel corso degli anni. Buona parte dei contenuti ho potuto riprenderli in una scheda didattica, sulla base delle esperienze realizzate con decine di corsisti, insegnanti, formatori aziendali, specialisti del personale, responsabili d'aziende, servizi e scuole. Ringrazio tutte le persone che, con il loro contributo, a volte inconsapevole, mi hanno permesso di cogliere spunti, a mio parere interessanti. Nella formazione siamo sovente presi dal "fare", dall'azione diretta. Questo atteggiamento lodevole e volto al raggiungimento degli obiettivi formativi, limita sovente o annulla addirittura il tempo della riflessione, del decentramento, dell'analisi. Così ho avuto l'occasione di vedere delle lezioni magistrali, tenute da formatori inconsapevoli del proprio agire: "ma io faccio come mi viene, stavolta la classe ha reagito bene e la lezione è stata interessante".Altre volte il formatore si scontra con l'insuccesso, giungendo a situazioni di incomprensione o di relazione simmetrica o, ancora, di noia e disinteresse della classe che ha di fronte. E dopo queste situazioni riscontro a volte la difficoltà a rileggere il percorso che l'ha fatto giungere a quel risultato.

Le competenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A partire dalla metà degli anni 1980 mi sono interessato di profili professionali. Anche altri l'hanno fatto, ben inteso, e con un approccio ben più ricco e appropriato. Il mio compito e interesse era di definire quali dovessero essere le competenze e le conoscenze necessarie per gestire situazioni di difficoltà nell'apprendimento. Mi rivolgevo a insegnanti di scuola media che avevano a che fare con preadolescenti e adolescenti iscritti alla scuola dell'obbligo, in Ticino, Cantone svizzero di lingua italiana.

Molto è stato sperimentato e alcuni risultati sono stati raggiunti.
Una consapevolezza è comunque rimasta, anche dopo aver lasciato quel compito:

Quando ragiono su un profilo professionale considero le aree di competenza, combinando le necessità determinate dal mandato - dal compito - con l'esperienza e il potenziale della persona che ho di fronte. A mio parere infatti, se la competenza di una persona si vede nel suo agire, occorre accettare che ogni persona agisce in modi diversi, in ogni situazione, seguendo l'insieme delle riflessioni e decisioni che prende.

La situazione di cui parlo è da considerare come il costrutto della mia mente, che la anticipa, se del caso, la osserva, l'analizza e la misura con possibili varianti di sviluppo. Questo modo di muoversi di fronte a una situazione è "il mio modo", anzi è il modo che mi va bene di esemplificare in questo momento.
La situazione è quella che vedo io:

- per questo motivo non esistono situazioni uguali!

Costruisco comunque un quadro generale di riferimento, giocando sull'acronimo CARTE, fatto di

 

C
Lingua e comunicazione è il nome di un capitolo del "Programma quadro per l'insegnamento della cultura generale" agli apprendisti svizzeri. Una delle competenze che appaiono come indispensabili , oggi, sembra proprio essere quella comunicativa. Nel contempo credo che sia questa una delle competenze maggiormente considerate, a torto, come "spontanea", naturale e su cui, purtroppo, non si investono sufficienti risorse, per assicurare ad ognuno un contesto in cui esercitare le diverse forme di comunicazione.
Comunicazione
A
L'autonomia, sovente sinonimo improprio di "solitudine" è da vedere a mio parere come una competenza intimamente collegata con l'idea di rete, su cui intervengo qui sotto. La persona autonoma conosce le proprie abilità e i propri limiti, sa organizzarsi in situazione e pianificare in funzione delle proprie conoscenze - capacità.
Autonomia
R
La rete, termine forse abusato, che ridefinisce in modo geniale il concetto d'apprendimento "per mattoni" in un apprendimento per "prossimità", collegamenti e articolazione tra elementi diversi. La relazione tra gli elementi della rete È la rete stessa, così come il significato delle frecce che collegano gli elementi di uno schema sono determinanti per comprendere lo schema stesso, la relazione tra gli attori di una rete è determinante per conoscere il potenziale della rete, il sapere di cui è portatrice e le sue capacità di intervenire nella realtà, di autoalimentarsi, di entrare in rete con altre entità complesse.
Rete
T
Una competenza si definisce sovente come quella possibilità che ha un individuo di riutilizzare in modo originale le conoscenze e le capacità acquisite ed esercitate in altri momenti e luoghi della sua esistenza, a vantaggio della situazione in cui si viene a trovare. Il transfer è dunque una delle caratteristiche più peculiari al concetto di competenza.
Transfer
E
Entusiasmarsi non è sempre cosa facile, d' altronde avevo ancora questa E da collocare, per riuscire nel mio esercizio con la parola CARTE. E allora ecco che entusiasmo mi viene in aiuto per affrontare il tema della motivazione, del senso che una persona sa dare alla propria esistenza e alle azioni che svolge. L'entusiasmo, così come la motivazione sono per me delle risultanti di una situazione che si costruisce e che integra una persona in un progetto, in cui essa è pronta a riconoscersi.
Entusiasmo

 

 

La comunicazione

 

Nella scuola professionale, e non solo lì, l' insegnante gestisce spazi di comunicazione, richiede interventi ai propri apprendisti, propone comunicazioni elaborate da altri, per altri formati di fruizione.

Si dice che ci troviamo nel pieno della "Società dell'informazione". Chissà se ne siamo davvero coscienti e se questo "delimitare" un periodo specifico potrà esserci utile per consolidare la professionalità dell'insegnante!

Sta di fatto che oggi il docente è visto soprattutto come una persona che deve saper comunicare, con i suoi allievi, un pubblico ben definito, un target del suo lavoro! L'attenzione alle forme comunicative è esasperata, oltre che dai termini, anche dal confronto continuo con i media, che fanno sovente del formato comunicativo l'elemento di maggior prestigio, riducendo l'impegno per quanto riguarda la cura del contenuto. Che fare nella scuola? Seguire una tendenza che mira al "coinvolgimento", all'"audience", sperimentare formati comunicativi diversificati, che rispondano al meglio alle caratteristiche dei nostri allievi, diversi da quelli che eravamo noi, poiché diverso è il contesto socio culturale in cui operiamo oggi?.

In ogni caso occorre affrontare il quesito centrale:
- Quale comunicazione per essere efficaci nel far apprendere?

 

L'autonomia

 

 

Buona parte del lavoro che svolge un formatore si fonda ancora sulle decisioni che prende personalmente.

Attenzione a non sottovalutare gli effetti perversi di un eccesso di autonomia:
- a volte vedo situazioni formative in cui si prescrive l'autonomia invece di fornire alla classe l'occasione di riflettere sui modi di lavorare in modo autonomo
- autonomia può diventare solitudine, occorre inserire attività autonome in un quadro formativo che valorizzi la condivisione e l'interdipendenza tra lavori personali.

 

La rete collaborativa

 

 

 

Sempre più il formatore è chiamato a operare in stretta relazione con altri operatori, nel campo della formazione, ma pure amministratori - che gestiscono il contesto formativo, tecnici - che assicurano il funzionamento degli strumenti e dei programmi necessari per attività mediate da computer, persone risorsa - che vivono sul territorio e interagiscono puntualmente o regolarmente a causa della loro competenza settoriale o per altri motivi.

Attenzione: come per l'autonomia, anche nel caso di lavoro in gruppo, a volte il formatore prescrive l'attività "lavorate in gruppo oggi", senza attivare forme di riflessione e condivisione in merito alle competenze necessarie e all'attitudine da tenere in situazione di lavoro cooperativo.

Il lavoro cooperativo, tra pari o con persone che assumono ruoli diversi, necessita sempre più di una visione d'insieme, che non può essere affidata ad altri, esterni, ma dev'essere costruita insieme, imparando il linguaggio degli altri e conoscendo gli obiettivi di ognuno.

Il transfer

 

 

 

Una delle utopie che dà tuttora senso alla ricerca nell'area della formazione e della didattica è da vedere nell'impegno di offrire ai propri studenti o apprendisti qualche strumento e strategia per poter trasferire quel che hanno imparato nelle aule scolastiche ad altri contesti lavorativi e di vita quotidiana.

Attenzione:
così come nella scuola giungono giovani e adulti poco capaci a gestire situazioni complesse ... e poi scopriamo che nella quotidianità si occupano di sindacati, bande paesane o organizzano settimane musicali o gare sociali ...
ogni formatore deve essere attento a non dar per scontato che una competenza dimostrata nel contesto d'aula, in situazione d'esame o in un lavoro simulato sarà riutilizzata consapevolmente in altri contesti e situazioni!

L'entusiasmo

 

 

 

Fonte di preoccupazione, per molti formatori il fatto di entusiasmare o, almeno, interessare i propri allievi è una scommessa quotidiana. Riuscire a dar senso al lavoro scolastico, far emergere le motivazioni intrinseche, esplicitare le motivazioni estrinseche sono altrettanti obiettivi della formazione. Il contesto relazionale, la consapevolezza del proprio obiettivo e del percorso che si sta seguendo sono alcuni elementi che concorrono a soddisfare il nostro allievo.

Attenzione però a non impostare la formazione secondo criteri televisivi. La qualità della formazione non è determinata da indici di gradimento, anche perché sovente la motivazione è esterna al soggetto, che a volte preferirebbe fare zapping, e questo per motivi slegati dalla situazione stessa d'insegnamento.

 

Prodotti

 

 

 

 

Da alcuni anni utilizzo la sigla GiocoDid per indicare i miei materiali didattici d'uso corrente. Nella mia vita professionale ho anche siglato alcuni documenti didattici, per segnalare la proprietà intellettuale? perché andava o va ancora di moda, per lasciare una traccia, che arricchisce l'illusione d'eternità? Mah, sta di fatto che di tanto in tanto ritrovo questa sigla.

La proposta è tematica, le aree sono di diversa natura, la qualità è variabile, anche perché le schede, le riflessioni, gli articoli proposti rispondevano via via a necessità puntuali, qual è una attivazione o un esercizio da proporre a dei formatori oppure la richiesta di una rivista che desidera un approfondimento su un tema o la descrizione di un progetto in corso. In realtà questa raccolta variegata mostra abbastanza bene le aree di lavoro che, a mio parere, sono abbastanza tipiche di ogni formatore.

 

Curriculum

Mi propongo attraverso quel che ho fatto in questi anni, magari trovate delle idee per voi o delle suggestioni da ricuperare o semplicemente vi fate un'idea.

 

Il sito del corso per insegnanti di cultura generale

propone diversi elementi d'interesse:
- un percorso formativo
- dei materiali metodologici
- link a siti utili per la scuola professionale
- il sito del Manuale svizzero per le qualifiche

 

 

 

 

 

 

 

Questa sigla ha dato il nome a un progetto d'innovazione scolastica che ho diretto, insieme a Sabrina Guidotti, durante tre anni e fino all'estate 2003. Il progetto è gestito dalla Società degli impiegati di commercio, del Canton Ticino ed è stato sostenuto dall'Ufficio federale dell'uguaglianza, dall'Ufficio federale della formazione e della tecnologia e dalla Divisione della formazione professionale del Canton Ticino - Svizzera. L'Istituto svizzero di pedagogia ha pure sostenuto l'iniziativa, contribuendo alla realizzazione di numerosi momenti formativi.

Tre effe: futuro, fantasia, formazione.
L'idea di base è di favorire negli apprendisti e nelle apprendiste una riflessione permanente sui propri piani di carriera e di formazione.

Le aree considerate sono anche tre: Ruolo, Competenze, Conciliazione
La definizione di queste tre categorie ha permesso di approfondire alcuni aspetti legati alla costruzione di competenze nella scuola di commercio, esercitare l'assunzione di ruoli diversificati sia sul piano professionale sia nella quotidianità e di affrontare il tema della carriera integrandolo nel concetto di conciliazione tra progetti personali e progetti professionali.

Formazione

In questo settore propongo esperienze e materiali che hanno a che fare in generale con la formazione. Sono insomma i contenitori nei quali produco e sperimento i materiali presentati nel settore "Prodotti"

Una delle attività di cui posso parlare e l'Accompagnamento di progetti d'istituto. Dal 1995 ho accompagnato progetti di sviluppo collegati a nuovi programmi, nuove professioni o all'introduzione di nuove strategie didattiche o di nuove tecnologie.
Nel 1998 ho presentato un resoconto, nell'ambito di un congresso sulla formazione professionale.

Labor Transfer

 

Questa azienda di servizio si occupa di due grandi aree d'intervento:
- assicurando momenti formativi a persone che sono alla ricerca di un impiego
- proponendo formazioni specifiche, sia di lunga durata sia di breve durata
- fornendo una consulenza ai quadri di aziende, per operare bilanci di competenza in caso della necessità di riqualifica, outplacement o altro.

Settore ICT

Il lavoro che svolgo per il settore dell'ingegneria dell'innovazione presso l'ISPFP di Lugano, mi occupa da alcuni anni nell'accompagnamento di progetti che sperimentano l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nei sistemi formativi.